Scoperto un "muro" ai confini del sistema solare

Si tratterebbe di un’anomala concentrazione di idrogeno spinto fin là dal vento solare. Lo ha scoperto la sonda New Horizons che, nel frattempo, sta per raggiungere un pianetino situato oltre Plutone.

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Oltre i pianeti del sistema solare sembra esserci un "muro" di atomi di idrogeno. Lo ha scoperto la sonda New Horizons della NASA
Continua il viaggio della sonda New Horizons della Nasa che, dopo aver superato Plutone, si dirige verso un pianetino chiamato Ultima Thule, dove arriverà il primo gennaio 2019, in quella "miniera" di asteroidi nota come Fascia di Kuiper.
La novità è che la sonda potrebbe avere trovato l'evidenza di una “struttura” che gli astronomi da tempo cercavano nel Sistema Solare esterno: un bagliore ultravioletto rilevato dallo spettrometro di bordo Alice potrebbe essere infatti la prova dell’esistenza di una "parete di idrogeno", una regione ad alta concentrazione di questo elemento, che si trova al confine tra il Sistema Solare e lo spazio interstellare.

La sonda New Horizon della NASA. Ha osservato Plutone da vicino ed ora è in viaggio verso un pianetino: Ultima Thule 
NON UNA NOVITÀ. Un simile bagliore era stato osservato dalla New Horizons anche in passato e, ancora prima, dalla sonda Voyager 30 anni fa. In teoria si potrebbe spiegare con un fenomeno che accade da quelle parti, ai confini del nostro Sistema Solare: sebbene nello spazio le “pressioni” siano estremamente basse, quella esercitata dal “vento solare” (le particelle elettricamente cariche emesse dal Sole) spinge le particelle  di idrogeno verso l'esterno del Sistema Solare.

Finché a un certo punto il vento non risulta più forte abbastanza da avere la meglio sulle pressioni che arrivano dallo spazio interstellare, prodotte da raggi cosmici e altri fattori.

Il vento solare è composto da particelle cariche elettricamente che viaggiano anche a 750 chilometri al secondo.

Ma il bagliore possiede caratteristiche che non si possono spiegare con il semplice scontro tra vento solare e i pochi atomi di idrogeno presenti: per giustificarlo è necessaria una concentrazione elevata di atomi di idrogeno che dovrebbero trovarsi proprio ai confini del Sistema Solare.

CONCLUSIONI NON DEFINITIVE. Sia i dati raccolti da New Horizon sia quelli registrati a suo tempo da Voyager 1, come hanno scritto i ricercatori nel loro articolo, si spiegano meglio ipotizzando la presenza di una fonte esterna che potrebbe essere proprio il "famoso" muro di idrogeno, situato nella zona in cui il vento interstellare incontra il vento solare. Al momento gli astronomi sono comunque cauti nel trarre una conclusione definitiva, per la quale rimandano a ulteriori ricerche future.

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