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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Una meteora ha dato spettacolo durante l'ultima eclissi di Luna

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Qualche giorno fa, durante l'eclissi, la Luna si è presa la scena. Ma in quegli istanti è avvenuto anche un altro fenomeno suggestivo, di cui praticamente nessuno si è accorto. Nel circoletto azzurro il bagliore della meteora che ha impattato la Luna durante l'eclissi in una ripresa pubblicata dall'Osservatorio Griffith di Los Angeles (Stati Uniti). Milioni di persone hanno assistito all' eclissi totale di Luna che si è verificata la mattina di lunedì 21 gennaio  (tra le 05,30 e le 06,30 circa in Italia). Complice anche il tempo sereno, e malgrado l'ora mattutina, in molti hanno godere dello spettacolo suggestivo prodotto dalla classica “Luna rossa”. NEL FRATTEMPO UNA METEORA...  Ma la maggior parte degli spettatori non si è accorta, non avrebbe potuto, che in quegli istanti è avvenuto un evento nell'evento: alle 04:41 UTC (il tempo coordinato universale, che in sostanza coincide con l'ora di Greenwich) e cioè alle 05:41 italiane, su un l

Finalmente sappiamo quanto dura un giorno su Saturno

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Grazie ai dati inviati dalla sonda Cassini, gli astronomi sono riusciti finalmente a risolvere un annoso mistero: il calcolo della durata (precisa!) del giorno su Saturno. Ma perché è stato tanto complicato? E' stato grazie a quel che succede sugli anelli di Saturno che si è riusciti a capire la velocità di rotazione del pianeta Forse potrà suonare strana l'idea che non si conoscano ancora con precisione alcuni parametri fondamentali di pianeti del Sistema solare. Eppure è proprio così. Un esempio è la  durata del giorno di Saturno.  O forse sarebbe ormai il tempo di dire  era , visto che, grazie ai dati forniti della sonda spaziale Cassini della Nasa e dell’ESA, siamo finalmente riusciti a trovare una risposta al quesito (e lo  studio è stato pubblicato su Astrophysical Journal ). Su Saturno, questo è ora assodato, il giorno dura:  10 ore, 33 minuti e 38 secondi . Ma da dove nasce la difficoltà incontrata prima di riuscire nell'impresa? Misurar

Un Pianeta Nove? No, al limite più Pianeti Nove!

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L'ipotetico pianeta che, con la sua presenza, giustificherebbe le anomalie delle orbite di alcuni pianti nani ai confini del Sistema Solare, potrebbe non esistere. A svolgere il suo "compito" potrebbe essere in realtà un gruppo di planetoidi. Da alcuni anni si cerca il Pianeta 9, ma per il momento si hanno solo indizi e nessuna prova certa. Che il pianeta gigante non esista? Agli estremi del Sistema Solare si trovano pianeti nani che descrivono orbite inclinate e decisamente strane rispetto a quelle degli altri pianeti. Per trovare una spiegazione al fenomeno gli astronomi  avevano ipotizzato  la presenza di un fantomantico  Pianeta 9  (o Planet Nine) con una massa e una posizione tali da influenzare le suddette orbite e far tornare così i conti. Da un lato c'è chi, a ogni nuovo planetoide scoperto oltre l'orbita di Nettuno (come  the Goblin , nell'immagine qui sotto), sembra aver trovato nuove  prove per suffragare l'esistenza di Plane

La piantina di cotone germogliata sulla Luna è morta di freddo

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Neanche il tempo di entusiasmarsi per la sua crescita, che il vegetale all'interno di Chang'E-4 è dovuto soccombere alle rigide temperature della notte lunare, come peraltro ampiamente previsto. La notte lunare si è portata via la prima piantina germogliata sul nostro satellite (Chang'E-4 si trova sulla faccia sempre preclusa alla nostra vista). Addio foglioline lunari: è stato bello, finché è durato. A tre giorni dalla notizia  del primo seme germogliato sulla Luna , all'interno del lander cinese Chang'E-4, la pianta di cotone di cui tutti parlavano è morta... congelata. Per sopravvivere contava sulla luce solare indirizzata nel contenitore metallico in cui si trovava, ma, ora che è calata la notte sulla faccia lontana della Luna, le temperature sono precipitate a -170 °C. La scatola che conteneva i preziosi semi (di cotone, ma anche di patata e  Arabidopsis , una piccola pianta da fiore) non era riscaldata e le forme di vita al suo interno non

XMM-Newton cattura il lamento a raggi-X di una stella smembrata da un buco nero

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Mai fino a oggi si era riusciti ad osservare così vicino a un buco nero, grazie anche a un telescopio europeo e a scienziati italiani. Illustrazione: non è possibile raccogliere informazioni su ciò che accade oltre il cosiddetto  orizzonte degli eventi  di un buco nero, perché la forza di gravità è così forte che nulla sfugge. Quando però una stella passa abbastanza vicino all'oggetto-mostro da essere catturata e smembrata da quelle forze, emette una sorta di lamento cosmico in forma di raggi-X. È studiando queste emissioni che possiamo apprendere qualcosa sui buchi neri. Grazie al  telescopio spaziale XMM-Newton , dell'Agenzia spaziale europea (Esa), un gruppo di astronomi ha seguito l'evoluzione di un  buco nero  mentre divorava una stella e, rilevando i segnali eccezionalmente luminosi e stabili che arrivavano da questo evento, hanno potuto determinare la velocità di rotazione del buco nero stesso (i risultati dello studio sulle osservazioni fatte a partire

Partorire nello Spazio: perché?

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Una start-up olandese vuole spedire una gestante a 400 km da Terra, per un travaglio e una nascita in microgravità. Al di là dei problemi etici e medici, a che servirebbe? Nato tra le stelle. Fare sesso nello Spazio  sembra già talmente complicato , che non capita spesso di immaginare come sarebbe portare avanti una gravidanza (sempre che sia possibile iniziarla) e poi partorire, fuori dalla Terra. A quest'ultima fase guarda una start-up olandese, SpaceLife Origins, che tra cinque anni  vorrebbe inviare in orbita terrestre, a 400 km dal nostro pianeta, una donna incinta a termine, che possa far nascere il primo bambino nello Spazio. CARO, È IL MOMENTO.  Nel concept teorizzato dall'azienda, la futura mamma salirebbe su una capsula spaziale assistita da un team medico appositamente addestrato, affronterebbe un lancio in travaglio o quasi, partorirebbe su una non meglio precisata stazione spaziale e tornerebbe a terra con il neonato, nelle 24-36 ore più complicat

Migliaia di stelle della Via Lattea sono ora sfere di cristallo

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Le osservazioni con il satellite Gaia hanno confermato un processo ipotizzato 50 anni fa: i nuclei delle nane bianche cristallizzano, in una trasformazione che interesserà anche il Sole tra 10 miliardi di anni. Il processo di cristallizzazione di una nana bianca (elaborazione artistica): anche il Sole sarà così, tra una decina di miliardi di anni. Gli ultimi scampoli di stelle, ciò che rimane dei più antichi astri dell'Universo, si trasformano in cristalli alla fine della loro vita: questa fase di transizione era già stata ipotizzata cinquant'anni fa, ma ora un gruppo di scienziati britannici ne ha trovate le prove dirette, e pensa che la nostra galassia sia piena di questi "gioielli". INDURITE DALL'ETÀ.  L'analisi dei residui di stelle simili al Sole - le nane bianche - compiuta con  il satellite dell'ESA Gaia , dimostra che le più antiche di esse, cioè le più avanti nel processo che progressivamente le "spegne", hanno ora  u